Perché non voterò alle primarie.

Il percorso accidentato intrapreso dagli esecutori materiali (ma non ideatori)del PD è in realtà un viaggio già voluto e sognato molti anni fa da qualcuno che oggi viene escluso di fatto da ogni progetto che conta.L’idea di un Pd quale partito aperto, nuovo e antiburocratico ha lasciato il campo ad una realtà purtroppo diversa e nota a tutti: gli elettori del 14 ottobre andranno a compiere un atto di pura presenza, nel quale l’unico risultato in bilico è l’ultimo posto.

Nullo è il messaggio che viene da quelle stanze, umiliante ed umiliato è l’antico progetto che si sta tramutando in realtà, delusi sono tutti coloro che si sono addormentati con questa speranza di cambiamento (dai cosiddetti “giovani”, poveri loro, usati e snobbati, agli ulivisti della prima ora come Parisi) e si sono svegliati privati di quella creatura che altri hanno disprezzato per anni e oggi possiedono e plasmano indegnamente a loro piacimento; un Pd che non ha saputo aprirsi ad altri che non fossero figli di Dc e Pci, che ha escluso i cosiddetti figli di un Dio minore, di una storia altamente democratica e non degna di essere aprioristicamente ghettizzata. Sì a tutto e a tutti, tranne a Pannella, come fu per il rifiuto di Luca Coscioni e della sua faccia tra i simboli dell’Unione, come per le battaglie di libertà di Piergiorgio Welby. Non a caso si è sacrificato sull'altare di questo miserrimo compromesso ogni diritto civile, ma in generale ogni scelta riformatrice, ogni svolta antipartitocratica.

Sarà una coincidenza se sono sparite a livello nazionale tutte le discussioni già poco tollerate su testamento biologico, “dico” e ogni argomento capace di dare un'impronta, di qualunque genere. L'incoronazione di Veltroni e un risultato già scritto sono ciò che resta di un progetto che non ha visto la contrapposizione di nessuna idea, che non ha visto neppure un confronto pubblico e che è il simbolo del berlusconismo della "nuova" pseudo sinistra.Si può salvare il Pd da se stesso? Temo che siamo di fronte ad una storia vecchia di 60 anni, in cui il compromesso storico si ripropone in formato bonsai con un nome nuovo del quale costoro si servono illegittimamente. Allora, facciamo sì che anche gli esclusi da quello che da quattro mesi è l’argomento del giorno su tutti i giornali possano trovare spazio nel “non dibattito” per la nascita di un partito che per ora non è neppure un travaso di due apparati, ma è ciò che resta di una spietata selezione burocratica.