Radicali esclusi dal palco del gay pride

Non c’è bisogno che mi ringrazi Francesco. Quel che ho detto l’ho detto perché ritenevo giusto si riconoscesse il lavoro svolto in tutti questi anni dai radicali.
Io sono una lesbica ideologicamente legata al comunismo, al principio giudicato utopistico della comunione dei beni, alla teoria economica basata sul costo del lavoro di marx.
Sono di parte quindi, ma certe cose non possono non essere riconosciute, soprattutto perché gli esseri umani, in genere, lavorano meglio se vengono stimolati.
Sulla discussione fatta nel comitato qualche tempo fa del “se un gay debba essere di un certo partito in base al solo fatto che quel partito difenda i suoi diritti”, penso che un gay allora dovrebbe essere assolutamente un “radicale” per più di qualche motivo.
Primo: i radicali non hanno un passato in cui mandavano a morire omosessuali in campi di sterminio, mentre i nazisti e i fascisti si e i comunisti pure, sebbene oggi i partiti comunisti italiani appoggiano la nostra causa essendo ideologicamente lontanissimi da ogni tipo di discriminazione, e marx non teorizzò nulla sulla questione.
Secondo: come non ricordare che proprio l’anno scorso La rosa nel Pugno fu l’unico partito a resistere sul fatto che i pacs venissero inclusi nel programma dell’unione così come erano senza che ne venissero modificati i contenuti, quando gli altri (comunisti, verdi, ds, margherita, italia dei valori e udeur) negoziavano già su una legge che poi si è tramutata nei minimi “dico”.
Terzo: Le immagini di Marco Cappato malmenato in Russia mentre manifestava per i diritti dei gay sono ancora vive nella nostra memoria, e la notizia del suo arresto risuona ancora nei nostri orecchi.
Ed infine e soprattutto non si può dimenticare la federazione dei radicali con l’allora neonato FUORI!, Fronte unitario omosessuale rivoluzionario Italiano del 1974, primo movimento omosessuale in Italia, a soli 4 anni di distanza dalla rivolta dello Stonewall.
Sulla decisione, fin troppo diplomatica, presa dagli organizzatori di far parlare solo i personaggi storici del movimento e non i politici (ma quei personaggi sono oggi dei politici rappresentanti dei loro rispettivi partiti!) dico che avrei preferito che essi avessero fatto un tipo di scelta tale da non escludere nessuno dal testimoniare il fatto che è per la nostra causa. Saremmo stati di più a parlare di una cosa giusta, saremmo stati più forti così uniti. Inoltre lo stimolo di una piazza san giovanni gremita e riconoscente avrebbe giovato al vostro lavoro di radicali… perché un’essere umano in genere lavora meglio se il suo lavoro lo gratifica.
Come non si può riconoscere il fatto che certe cose nuocciono alla battaglia per la conquista dei diritti gay?

Concludo ringraziando io te, caro Francesco, amico e compagno di questa battaglia civile. E insieme a te ringrazio Salvatore e Roberto. Vi ringrazio perché siete + assidui, metodici ed efficienti di me che sono lesbica, nell’impegno per il lavoro disinteressato che svolgete per la nostra, per la mia, causa.
Maria Grazia Manca