VISITA ISPETTIVA CARCERE TARANTO. DIGIORGIO E MAZZARANO (PD)

Venerdi 16 agosto Annarita Digiorgio, membro del comitato promotore dei 12 referendum, ha effettuato una visita ispettiva presso il carcere di Taranto accompagnando il Consigliere Regionale del Partito Democratico Michele Mazzarano. Con loro il segretario provinciale del Pd ionico Massimo Serio e il consigliere comunale Pd di Massafra Vito Miccolis. “Fuori da ogni legalità il carcere di Taranto. Per una capienza di 200 posti (anche se il sito del ministero ne riporta erroneamente 315) sono attualmente ristretti 616 detenuti. Di questi solo 193 condannati, quindi piu di 400 presunti innocenti che scontano una pena preventiva (che dovrebbe essere estrema ratio e invece è la piu abusata) in condizioni disumane. 450 sono tossicodipendenti.
Le celle sono molto piccole e ospitano in condizioni disumane dai 3 ai 4 detenuti, la maggior parte al di sotto dei 3 metri quatri disponibili stabiliti dalla Corte Europea. Per rimediare a questo sovraffollamento entro il 30 settembre aprirà un padiglione in ristrutturazione (nato per i tossicodipenti) senza che questo al momento preveda l’ampliamento della pianta organica degli agenti penitenziari, gia in sott’organico di 40 unità.
Sei sono i dipendenti in servizio nell’area trattamentale, a fronte dei 16 necessari per il numero di detenuti presenti. Anche il personale sanitario necessità ampliamento, numerosi sono i detenuti che lamentano la mancanza di cure.
Molti ci raccontano di essere lontani dalle famiglie, in violazione del principio di territorialità della pena. È’ ancora annodato alla finestra il jeans con cui proprio questa notte un detenuto rumeno, in carcere dal 2007 senza mai aver fatto un colloquio nè aver visto un familiare, ha tentato il suicidio. Ora è ricoverato in ospedale. “Il prossimo sarò io” ci dice un detenuto dall’infermeria. “Domani mattina mi trovate morto. Se non sono io è un altro, è uguale, tanto qui siamo solo numeri. “lo dice sempre” ci dice l’agente, ma sono parole che non si possono minimizzare, sono 37 i detenuti suicidi dall’inizio dell’anno.
Un muro a un palmo di mano dalle sbarre blocca il passaggio dell’aria e della luce ad una cella tappando completamente la finestra, “siamo murati vivi da piu di un anno senza neanche fare a turno in questa cella muraria. Non abbiamo piu luce, aria, né un orizzonte”. “Ma non è dichiarata inagibile” dice il comandante. E questo ne peggiora solo la vergogna.
In quella e in quelle celle a Taranto quegli essere umani trascorrono 20 ore al giorno, escono solo per l’ora d’aria, in un camminatoio sterile in cui il sole cade a picco, senza neppure un campetto per due tiri al pallone o un pò di attività fisica.
“Ma voi siete radicali?” - “no” risponde il consigliere del pd “ma mi dica le posso rispondere io per il partito radicale”. Io infatti per un ordine del comandante non posso rivolgere la parola ai detenuti, perché non sono collaboratrice fissa del consigliere ma autorizzata ad entrare in visita dal segretario generale del Dap.
“E i referendum?”- Chiede il detenuto a Mazzarano – “Io sono definitivo e non posso firmare, ma ho mandato tutti i miei parenti fuori a Poggioreale. Che è meglio del carcere di Taranto”. L’unica speranza per una riforma della giustizia. I referendum radicali. Abolizioni dei reati di lieve entità relativi al possesso di droga, cancellazione del reato di immigrazione, abolizione dell’ergastolo, riduzione della custodia cautelare, responsabilità civile dei magistrati, separazione delle carriere. Potrebbero salvare questo lager. E la disastrata condizione della giustizia per milioni di cittadini fuori. Che invitamo ad andare a firmare presso le loro segreterie comunali.

E poi l’amnistia, che è l’unica vera riforma strutturale per far uscire lo Stato Italiano dalla condizione di flagranza di reato per cui è condannato dalla corte europea. Ma per questo serve il parlamento, e anche l’attenzione del Presidente Napolitano.
Un ringraziamento al consigliere Michele Mazzarano, che ci ha permesso questa visita e si è lasciato accompagnare, e che con il cancello del carcere ancora alle spalle firma il referendum sulle droghe leggere. Ma spera negli altri. Spes contra spem. Non avere speranza, ma essere speranza.”

Annarita Digiorgio
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