Chi ha paura di sapere?

Qualche mese fa il Ministro Ferrero ha diffuso i dati relativi all’uso delle droghe nel nostro Paese. Tali dati, del tutto scontati per chi non si ostina a coprirsi gli occhi coi prosciutti, hanno evidenziato negli ultimi tre anni un aumento del 45% dei consumatori di marijuana, divenuti oramai un italiano su tre.
A ciò si aggiunga che sempre meno giovani considerano la marijuana una sostanza dannosa così come sempre crescente è invece il numero di ragazzi che avverte la dannosità del tabacco, segno del fatto che solo alla legalizzazione si può accostare una campagna di informazione scientifica.
Quali proposte si possono formulare ad una società che appare sempre più incapace di fornire e ricercare strade alternative alla repressione, produttrice di tali disastrosi risultati? Come smuovere le Istituzioni nazionali impantanate in equilibri di comodo e allergiche alla risoluzione di qualunque problema del vissuto? E’ o non è un problema sociale quello che riguarda circa 4 milioni di Italiani?
Nel loro piccolo, le istituzioni locali hanno il diritto e il dovere di sviluppare strumenti di conoscenza e di informazione per i ragazzi, ma anche per esse stesse, per non rimanere staccate da un mondo che dovrebbero conoscere e “studiare” e per adoperarsi ad essere reale luogo di crescita educativa. Chiedo allora a tutti i capi d’istituto dei Licei e degli Istituti superiori di Francavilla Fontana di farsi promotori di una indagine conoscitiva volta a rilevare quanti ragazzi fanno uso o hanno, almeno una volta nella vita, fatto uso di sostanze stupefacenti, in particolare di marijuana. Ciò dovrà avvenire garantendo, nella maniera più assoluta, l’anonimato dei ragazzi e dunque la credibilità e attendibilità del risultato, che dovrà essere reso pubblico. Continuare a ritenere che il fenomeno droga possa essere affrontato con l’ideologica creazione di un tabù è solo da sprovveduti e da irresponsabili.