lavoro

Combattere la disoccupazione di lunga durata, prevenire la povertà.

Leggendo Beck ne’ "Il lavoro nell’epoca della fine del lavoro", riscontriamo tutta la problematica oramai insorta, per la quale occorre portare una soluzione strutturale, un’architettura di provvedimenti quanto mai urgente per salvare la civile convivenza.
Non la piena occupazione, né la società dei saperi. L’analisi del sociologo Ulrich Beck - scomparso nel 2015 e appartenuto alla prestigiosa squadra della London School of Economics - poggia su una tesi di fondo: la mutazione del lavoro nella seconda modernità.

Il tempo del lavoro imprigiona il tempo della vita: Time out !

Diciassette anni fa, un film francese sulle 35 ore, “Risorse umane” ci mostrava cosa potesse accadere al mutare dei ritmi di produzione pro individuo e affrontava il tema della riduzione d’orario e dei conflitti in fabbrica e fuori.

Il lavoro o la sua assenza, è il problema con cui le persone sono costrette a fare il conti.

La nuova produzione di valore che amplia e civilizza il mercato

Si stanno spontaneamente ridisegnando le organizzazioni dalle fondamenta. I bisogni assumono una natura sempre più personalizzata e sempre meno intermediata dai corpi sociali tradizionali. Gli amministratori pubblici vengono sempre più stimolati all’uso, anche sperimentale, di forme sempre più aperte di impresa sociale, di cittadinanza attiva che dà vita a un ecosistema di risorse utili, promuovendo nuova imprenditorialità diffusa e sostenibile.