God bless America

Dico subito che ho seguito lo scontro elettorale Obama - Mc Cain senza esserne granchè coinvolto, non tanto perchè entrambi i candidati incarnavano aspetti positivi ed aspetti negativi, ma perché credo che la statura e le capacità di un Presidente degli Stati Uniti si misurano sul campo delle scelte e del concreto agire ed è su quella difficile arena che valuteremo la statura di Barak Obama . In realtà da queste elezioni ne esce ancora una volta rafforzato e convincente il modello America, quello, tanto per intenderci, del sistema elettorale uninominale a turno unico e non di un sistema elettorale per oligarchi cooptati, quello delle primarie vere senza rete e non di facciata, quello del presidenzialismo di collaudata tradizione e non del peronismo da avanspettacolo. Tra la pletora di trasmissioni tv che ci hanno inondato nei giorni scorsi, mi sarei aspettato un approfondimento serio su questi temi, visto che ormai gli Stati Uniti sembrano rappresentare per l’arco politico italiano un punto di riferimento imprescindibile da sinistra a destra. Ma, ahimè, niente di tutto ciò. Tutto è stato banalizzato e basato sullo scontro sui personaggi Obama e Mc Cain, sulle rispettive famiglie, nonni e zie comprese e sulle gesta di Sarah Palin. Tutta questa grande attrazione fatale del nostro ceto politico per gli USA nasconde un qualcosa di sospetto, soprattutto quando penso che quotidianamente i nostri governanti ( destra e sinistra senza eccezioni) compiono scelte che sono lontane anni luce da quel modello americano che a parole dicono di ammirare . Ah dimenticavo, parallelamente alle elezioni presidenziali e per il Congresso, il quattro novembre scorso si sono tenuti ben 157 referendum in 24 stati diversi. E’ proprio il caso di dire: God bless America.