All, all was sleeping on the hill

La Repubblica e altri giornali di sinistra si sono accorti, ahimè, gridando al complotto, che negli ultimi anni Rai e Mediaset avrebbero più o meno concordato le linee editoriali in funzione pro-Berlusconi.
Sono delle anime belle, non c’è che dire, si sono svegliati, hanno avuto il coraggio veramente notevole di denunciare questo scandalo e statene certi, ci saranno un profluvio di interrogazioni parlamentari a difesa del servizio pubblico e magari si invocherà l’intervento delle Procure della Repubblica, il tutto condito con la litania della necessità di una legge sul conflitto di interessi. E tutto resterà come prima.
E’ il solito ipocrito, desolante teatrino.
A questo punto, come diceva quel tale, la domanda sorge spontanea. Dove diavolo era tutta questa gente, dove stava Bertinotti, che ora si straccia le vesti, dove stavano tutti questi collitorti, quando non più tardi di un mese fa i radicali, nel silenzio più assordante, denunciavano con tanto di trascrizione della telefonata, il metodo con cui Bruno Vespa, questo autentico campione del servizio pubblico, è uso preparare il proprio salotto serale, concordandolo con il potente di turno, che in quel caso era Fini.
E dove diavolo stavano questi sepolcri imbiancati quando negli ultimi trenta anni i radicali denunciavano lo scandalo del monopolio rai e della lottizzazione partitocratica e successivamente del monopolio Raiset, dov'erano quando la maggioranza degli italiani si pronunziava, nel referendum 1995, per la privatizzazione della Rai (puntualmente disattesa).
Parafrasando Edgar Lee Masters tutti dormivano, dormivano sulla collina.