V-Day

Ho una personale antipatia nei confronti di Beppe Grillo, sia chiaro: non mi piacciono i populisti, non mi piace chi usa la propria notorietà per condurre battaglie moralizzatrici, non mi piace chi si fa pubblicità sfruttando temi che con la propria attività non hanno nulla a che fare.
Detto questo, Beppe Grillo può scrivere tutte le puttanate - e sono tante - che vuole e può indire tutte le manifestazioni che gli pare e piace, ed infine può presentare, per quanto la legge gli consente, tutte le proposte di legge che ritiene più opportune.
Il V-Day in programma per oggi pomeriggio è una manifestazione dell'antipolitica, di chi non si riconosce in questa democrazia traballante, di chi ritiene la politica un male necessario e non la più alta espressione dell'uomo nella sua socialità. Ma lascio perdere anche questo, concentrandomi unicamente sulla proposta di legge per la quale verrano raccolte le firme. La riporto dal sito stesso del V-Day:

1. NO AI PARLAMENTARI CONDANNATI
2. DUE LEGISLATURE
3. ELEZIONE DIRETTA

Parto proprio dall'ultima: <<No ai parlamentari scelti dai segretari di partito - I candidati al Parlamento devono essere votati dai cittadini con la preferenza diretta>>. Sacrosanto. Assolutamente d'accordo. Manca un principio ormai assodato nella maggior parte delle democrazie liberali, ovvero quello del sistema maggioritario, che evita che il proliferare dei partiti e di uomini che rispondono ai partiti piuttosto che al popolo, ma si può chiudere un occhio.
Due legislature: <<No ai parlamentari di professione da venti e trent'anni in Parlamento - Nessun cittadino italiano può essere eletto in Parlamento per più di due legislature. La regola è valida retroattivamente>>. Sul retroattivamente c'è da ridere se non fosse una proposta da far piangere: che si dovrebbe fare, estromettere dal parlamento un uomo democraticamente eletto solamente perché una legge gli vieta DOPO le elezioni di essere eletto per più di due volte? bah. Inoltre ci sono validissime persone che possono sedere in Parlamento per tre o quattro volte perché lo meritano: il loro diritto ad espletare per più di due volte la funzione di parlamentare dovrebbe essere limitato solo dalla libera scelta dei suoi elettori, resa più forte da un sistema con le preferenze, non da una legge acritica. Ben diverso sarebbe applicare questo principio a cariche istituzionali di governo o rappresentanza (Presidente del Consiglio e della Repubblica, ad esempio).

La prima petizione è però quella che trovo inconcepibile; vi riporto il testo:
<<No ai 25 parlamentari condannati in Parlamento - Nessun cittadino italiano può candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva, o in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale>>.
Vietarlo a chi ha subìto una condanna e non ha ancora espiato la pena potrei capirlo, quantomeno per reati connessi con l'amministrazione pubblica e con reati finanziari in generale, nella tutela del bene comune. Non firmerei comunque la petizione perché credo che ogni elettore abbia il diritto di votare chi ritiene più adatto senza che qualcuno gli debba limitare in alcun modo la scelta, ma almeno comprenderei il senso.
Ma per qualsiasi reato e per una persona che - a rigor di legge - non è stata ancora condannata in via definitiva è semplicemente antidemocratico ed anticostituzionale!!
Nel calderone grillesco ci entrerebbe il parlamentare di Forza Italia Lino Jannuzzi condannato per calunnia, diversi parlamentari di destra e di sinistra per reati d'opinione, l'onorevole Mele dell'UDC, quello del party a base di sesso e coca, se riconosciuto colpevole di un reato connesso con la sua sfera intima, il parlamentare della RnP D'Elia condannato per omicidio pur non avendolo commesso, a causa di una vecchia ed assurda norma emergenziale contro il terrorismo. Per inciso, non potrebbe presentarsi lo stesso Beppe Grillo, condannato per omicidio colposo a seguito di un incidente stradale del quale la magistratura lo riconobbe responsabile. Eliminiamo pure quelle garanzie che hanno i parlamentari, come il filtro del parlamento in caso di indagini, ed avremo i rappresentanti del popolo ostaggi di una magistratura - consenziente o semplicemente nell'esercizio del proprio dovere - che potrà fare il bello ed il cattivo tempo, a costo di una semplice denuncia di chicchessia.

Siamo nella situazione affatto nuova per cui il popolo - meglio, una sua parte minoritaria - chiede leggi giustizialiste ed anti-democratiche per appagare la propria fame di moralità senza la fatica di doversi impegnare in prima persona, ad esempio facendo politica attiva e presentandosi come candidato o far parte di un'associazione che si batta a favore della società o scrivendo su un giornale. No, demandano tutto alla legge, da far approvare ad un Parlamento che loro stessi non riconoscono, attraverso una semplice passeggiata pomeridiana.
E' questa l'Italia che mi fa paura, non quella del politico corrotto: quello lo so individuare, questa invece si nasconde dietro facce insospettabili.