Appello alle Istituzioni per il Sostegno alla Moratoria Universale delle Pene Capitali

Il gruppo di militanti radicali che, insieme a Marco Pannella, sta conducendo dal 16 aprile uno sciopero della fame ad oltranza per ottenere nell’attuale sessione dell’’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il voto sulla moratoria universale delle esecuzioni capitali, dalla mezzanotte di mercoledì scorso ha deciso di passare allo sciopero della sete, forma ancora più dura di lotta nonviolenta di fronte all’ingiustificato ed ingiustificabile ritardo del nostro Governo nel procedere alla presentazione della Risoluzione.
Ancora oggi, nonostante il successo del Consiglio Affari Generali dell'Unione Europea del 14 maggio a Bruxelles, dopo dieci mesi che la Risoluzione è stata per l’ennesima volta sollecitata dal Parlamento italiano, a distanza di cinque mesi da quando è stata richiesta per la prima volta dal Parlamento Europeo e dopo esser stata solennemente proclamata dal Governo Italiano come suo obiettivo ed impegno, ebbene, non solo la Risoluzione non è stata votata, o discussa, o anche solo ricevuta dall’Assemblea Generale delle Nazioni, ma semplicemente non esiste.
Il nostro Governo, pur potendo contare in questa iniziativa sul sostegno dell’intero Parlamento europeo, delle ripetute dichiarazioni della Presidenza in esercizio del Consiglio, della Commissione Barroso e del Segretario Generale dell’ONU, ha dovuto fare i conti con un inspiegabile ma quanto mai efficace ostracismo, finalizzato a far fallire l’iniziativa.
Ad oggi il Governo italiano non ha ottenuto l’ approvazione della presidenza del Consiglio in Europeo in esercizio, su un qualsiasi testo di Risoluzione. A poche settimane di distanza dalla chiusura della sessione delle Nazioni Unite, un tale ingiustificato ritardo manifesta una precisa volontà di far fallire ancora una volta l’iniziativa della Moratoria, anche perché resta da compiere un complesso ed enorme lavoro in soli dieci giorni, dopo che si sono lasciati passare cinque mesi inutilmente.
Come radicali salentini e pugliesi, impegnati nella Campagna contro la Pena di Morte a fianco del Partito Radicale Transnazionale e di Nessuno Tocchi Caino e per la moratoria universale immediata delle esecuzioni capitali ottenuta attraverso la risoluzione Onu, pur esprimendo apprensione per le condizioni di salute di Marco Pannella e degli altri militanti radicali, non possiamo non comprendere le ragioni politiche di tale gravissima scelta dello sciopero della sete.
Per questi motivi, certi della sensibilità delle istituzioni regionali e cittadine sul tema della pena di morte, chiediamo al Presidente della Regione, On. Nichi Vendola, al Presidente del Consiglio regionale, Pepe, al Sindaco di Lecce, Paolo Perrone, al Presidente della Provincia di Lecce, Sen. Giovanni Pellegrino, affinché manifestino direttamente, anche in quanto rappresentanti delle istituzioni, al Presidente del Consiglio Romano Prodi ed al Ministro degli Esteri Massimo D’Alema, la necessità che siano rispettati gli impegni assunti per portare a compimento, sia pure in extremis, questa iniziativa di grande valore e portata storica.
Lecce, 1 giugno 2007
Francesco A. Mauro, Segretario Associazione Radicale ‘Diritto & Libertà’,
Giuseppe Napoli, Presidente Associazione Radicale ‘Diritto & Libertà’
Roberto Mancuso, Tesoriere Associazione Radicale ‘Diritto & Libertà’
Salvatore Antonaci, membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani.