Riforma americana delle istituzioni

Senza entrare nel merito dei motivi che hanno spinto il senatore Turigliatto di Rifondazione Comunista e il senatore Rossi dei PDCI-Verdi a votare contro la relazione del minstro D'Alema, mi voglio soffermare su come simili situazioni si potrebbero scongiurare o eliminare del tutto. Il sistema istituzionale attuale è un sistema perverso che ha fatto sì che ci trovassimo a chiedere, quasi a supplicare, il voto di militonti trotzkisti e a rinunciare a trovare quello di liberali (a dir il vero pochi) del centro-destra. Non mi riferisco solo alla politica estera, ma ad esempio pure ai DICO o alle liberalizzazioni. Ho sempre pensato che i radicali o i liberali in genere, ovunque si trovassero (la doppia tessera), avrebbero votato sempre allo stesso modo. Se questo non avviene evidentemente c'è qualcosa che non funziona nel nostro sistema. Ho l'impressione che non basterrebbero mille tavoli volenterosi per ottenere questo. E' chiaro, lo diciamo da anni e continueremo a ripeterlo: in Italia vi è necessità di una riforma americana delle istituzioni. Necessità di un sistema elettorale in senso maggioritario e di un Presidente del Consiglio eletto direttamente dai cittadini e non sfiduciabile se non in caso di altro-tradimento. Solo così ognuno, ministro, senatore, deputato che sia, potrebbe lavorare in piena libertà e in coscienza, senza temere di provocare profonde crisi istituzionali. Solo così nelle nostre istituzioni una dialettica costruttiva potrebbe prendere il posto della attuale dialettica distruttiva che ora si sta cercando di contrastare raccattando voti.