IdV, opposizione e informazione di regime

L’IdV passa attualmente per la vera forza politica d’opposizione, ma è anch’essa prodotto del regime del “monopartitismo sempre meno imperfetto” per il quale il sistema italiano si regge sul mancato rispetto di obblighi di legge, come nel caso della Commissione di Vigilanza RAI.
L’informazione, più di ogni altro aspetto, rappresenta lo specchio dello sfascio italiano: se solo potessero essere diffusi i dati ufficiali dell’informazione, si scoprirebbe quanto le maggiori trasmissioni televisive diano spazio all’opposizione gradita al regime berlusconiano.
Dal 14 aprile 2008 (giorno dopo le elezioni politiche) si è registrata una scomparsa del soggetto radicale, tanto che l’Autorità Garante ha accertato con delibera 6/09/CSP testualmente che “dal giorno successivo alle elezioni politiche del 13 aprile fino al 10 gennaio 2009, le tre principali trasmissioni di approfondimento politico della RAI hanno per 10 mesi totalmente cancellato i Radicali (pure impegnati in lotte sulla giustizia, i diritti civili, l’economia, l’ambiente o la politica estera) dall’accesso al video, fornendo ai cittadini italiani un’informazione scorretta, incompleta, sleale” (il solo Antonio Di Pietro è stato ospite 7 volte di Ballaro’, 6 volte di Porta a Porta, 6 volte di Annozero).
Quanti Italiani conoscono questi dati?
Dal 1998 ad oggi, infatti, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e la Commissione parlamentare di vigilanza hanno per ben per 43 volte -praticamente in maniera ininterrotta- accertato violazioni di legge perpetrate dalla Rai a danno del movimento radicale.
Chi si lamenta del regime dovrebbe partire dall’analisi di questi dati per comprenderlo e combatterlo.