La diversità radicale e la difesa "inopportuna" della legalità

Qualche giorno fa giungeva sul mio indirizzo di facebook un appello nel quale mi si chiedeva di appoggiare la proposta della castrazione chimica per i pedofili. L’appello aveva raccolto in poche ore circa 5000 firme ed era accompagnato da una serie di insulti inneggianti la pena di morte e la tolleranza zero nei confronti dei condannati per reati particolarmente efferati.
Pensavo tra me e me che avrei parlato coi compagni radicali di questo aspetto per sottolineare come sarebbe necessario, in un momento in cui esplode il bubbone dell’emergenza sicurezza (in realtà gli episodi collegati a determinati atti sono diminuiti, ma ciò che importa è che l’informazione italiana fa "percepire" altro), rispondere col diritto e offrire una strada alternativa alla gente (solo noi radicali della moratoria), rispetto all’ondata di populismo e demagogia che prende e coinvolge la politica. Tutto questo, ovviamente, ben sapendo che se ci si affidasse al PD, ci sarebbe un rigurgito totalizzante, talmente pericoloso che diventerebbe una corsa collettiva alla violenza delle istituzioni.

Non faccio in tempo a pensare tutto questo che trovo su internet che Rita Bernardini e Sergio D’Elia, dopo aver ricevuto una segnalazione, sono andati a trovare in carcere le 6 persone accusate di stupro, a loro volta picchiate dalla polizia (a norma di non si sa quale legge se non quella della giungla). "Ma come, quelli stuprano una ragazza e 'sti radicali vanno a trovare gli accusati?!". "Si scandalizzano perché i rumeni hanno ricevuto pugni e calci?! E' poco!".
Quanti altri partiti, preoccupati solo della politica dell’opportunismo, avrebbero fatto lo stesso, avrebbero difeso lo Stato di diritto in una fase in cui la pancia dei cittadini italiani esige invece soddisfazione? I berlusconiani, garantisti da strapazzo? Macché! E allora molto meglio scrivere messaggi come “fai veramente schifo, ti auguro di essere stuprata” oppure “Speravi che i sei romeni violentassero te....” che giungono all’indirizzo di Rita ma che non meritano di essere visti in TV né condannati da nessuno.
L’informazione di regime ovviamente riferisce della visita dei radicali ma non si preoccupa di parlare delle minacce ricevute dagli stessi parlamentari ( i quali hanno svolto un loro compito: verificare che lo Stato rispondesse solo con le regole del diritto e non con la frustrazione della violenza agli autori di un atto gravissimo come uno strupro di gruppo).
E i partiti? I partiti, come sempre in questo Paese, non si preoccupano delle regole: non vedo ClN in giro pronti a chiederne il rispetto, non ho visto alcun ClN chiedere il funzionamento della Commissione di Vigilanza, nemmeno l’elezione del giudice della Corte Costituzionale e neppure, nella scorsa legislatura, la nomina degli otto senatori regolarmente eletti. Vedo mastelliani, storaciani e comunisti di tutte le risme battersi per miserie come le soglie, per il 3 piuttosto che per il 4%. Ecco le battaglie dei difensori della “democrazia”, difensori in realtà solo dell’opportunismo istituzionalizzato. Anche a Francavilla ne abbiamo qualche autorevole esempio. La storia, dunque, si ripete.